Sunday 5 November 2017

Skiing in the UK

Ecco, l'ho fatto. Ci ho messo 17 anni. Oggi ho trovato il coraggio e ci sono andato. A sciare. Nello UK. Non sulle montagne. Qui non ci sono. Nel garage. In un grande edificio che sta vicino a Leeds, nel pieno della campagna del Nord. Insomma fa conto un grosso garage con due ski-lifts e una discesa di una ventina di metri. Piatta, a parte una ventina di gobbe su di un lato per i boarders.

Come è stato?  Eh insomma è stata un'esperienza, di quelle che ti formano.
Entrando, la prima cosa che vedi è la pista da slittino. 10m x 10m. E poi venti bambini con la loro brava slitta. Che fanno la coda per scendere. Tutti con il casco.  E tu pensi alla pista di Bardonecchia dove 200 persone si lanciano giù per una pista a rotta di collo su bob improvvisati e ti chiedi come è che sei ancora vivo.
Poi la pista. Corta, con due piccoli ski lifts ai lati.  Tipo Biancaneve a Bardonecchia.
Gli ski lifts vanno su pian piano e si fermano ogni due o tre minuti quando uno dei bambini cade. E siccome tutti i bambini sono con il maestro, lo schema è lo stesso. Il maestro precede i bimbi. Quando uno dei poveretti cade, l'inserviente blocca il lift. I maestri si girano e quello che ha il bimbo caduto scende a tirarlo su. Poi prende un altro piattello. Siccome sono bassi puoi prendere il primo piattello libero da ogni punto. Poi i lift riparte. Fino al prossimo bambino.
L'uscita dallo ski lift è stupenda. Tutti sanno che quello è il momento più difficile. Tu ti stacchi dal piattello e sei in una posizione instabile e quindi capita che qualcuno cada. In genere i normali lifts - montagna permettendo - hanno un bello spiazzo largo. Questo no. Finisce contro un muro. Hai tre metri per fare una curva a gomito che inspiegabilmente è l'unica parte della pista che è gelata. Il lift si ferma ogni paio di minuti in modo che l'inserviente possa staccare l'ennesimo bambino che si è spiattellato contro il muro. Bravo l'arredatore che ha messo un materasso proprio contro il muro e lo ha scelto di un colore che non fa vedere il sangue del naso e la pelle che ogni giorno un centinaio bi bimbi ci lascia sopra.
Però per fortuna, non tutti si schiantano e quindi tu arrivi in cima. Dove lasci il piattello che - visto lo spazio esiguo - ti torna violentemente in testa.
Ora sei sulla pista. La neve ricorda la farina in cui mia mamma metteva l'uovo quando faceva le tagliatelle il sabato. Bianca, un po' farinosa, molto appiccicosa.
Ma è il momento di lanciarsi sulla pista. E subito ti senti Franz Klammer in un mondo di giovani Graham Bells. Per due ragioni. Primo perché Franz Klammer ha come minimo 70 anni. E qui l'eta' media è 14 anni. Dodici del bimbo medio e 20 dei maestri. Secondo perché tutti sciano come Bell. Immagino che qualcuno se lo ricordi, il Bell. Partecipava alle olimpiadi con numeri altissimi e scendeva giù con un fenomenale stile ziapina. Ecco, qui tutti sciano un po' così, anche i maestri.
E tu ti senti Franz Klammer. Ottantenne con un ottimo stile.

Anche qui c'è la normalità, però. C'è Dan, maestro di sci, col capello lungo, che tacchina le inservienti spiattellatrici bionde. Dan non scia come Bell. No, lui ha stile. Più Fausto Radici che Klammer, però,  il membro della Valanga Azzurra che aveva un occhio solo. Spericolato, coraggioso e veloce ma che ogni tanto sbagliava le misure e inforcava il paletto. Ecco, anche Dan inforca a caso i paletti. Però Dan è bello, e quando inforca il paletto i suoi groupies (una decina di bambini e bambine) fanno un'ovazione. Perché ovviamente lo ha fatto apposta. (erm).
E poi c'è il gagnetto tagliacode. Perché si sa ce n'è sempre uno. Le code sono il cruccio dello sciatore. E qui le code sono lunghe. C'è stato un momento dove ci saranno state almeno sei persone in coda. Ho dovuto aspettare più di venti secondi per lo ski lift. E quindi l'impaziente gagnetto saltacode mi è schizzato davanti. Ha ragione pure lui, poveretto.
Ho sciato due ore.
È valsa la pena.
Sciare è una cosa che ti apre il cuore. Senti le montagne anche se non ci sono.
Ci tornerò?
Sì, con buona pace dei 23 pinguini che sono morti in Antartide per tenere fredda la neve della pista oggi. Non sono morti invano.